martedì 13 novembre 2012

Tristezza e rabbia delle facce pulite...pensieri in un viaggio in treno



                                  (passa il treno , G. De Nittis)



Venerdì sera tornavo a Bari da Roma, in treno, seconda classe, ero immerso nelle mie letture "austriache" quando, ad un certo punto,improvvisamente, ho distolto lo sguardo dal mio libro "Elementary Lessons in Logic" di Jevons ed ho iniziato ad osservare le facce di tutti coloro che erano accanto a me, con discrezione, ma intensamente, mentre una sottile velo di tristezza e rabbia s'insinuava tra i miei pensieri

Davanti a me vedevo tutte facce pulite, umili, insomma tutte facce buone, tutte facce stanche di lavoratori, pendolari, studenti, insomma quelle facce dov'è stampata la durezza del lavoro di una lunga settimana, il sacrificio di sbarcare il lunario , di mantenere una famiglia in tempi duri come questi

Non si dev'essere solo contadini ed operai metalmeccanici per avere una faccia e le mani che trasudano lavoro, sacrificio e preoccupazione , pensavo tra di me

Cosi s'affacciava in me un profondo senso di tristezza quando riflettevo sulla durezza e sacrificio della loro vita in relazione alla colpevole ingenuità nel credere ai falsi valori come lo Stato ,la Patria, i Partiti, nel non comprendere come fossero quegli stessi falsi valori che rendevano le loro facce cosi stanche e tristi, la tristezza cresceva quando, guardandoli furtivamente nei loro occhi stanchi e persi nei loro pensieri, leggevo chiaramente la durezza della loro sporca guerra quotidiana nell'ottenere quei preziosi pezzi di carta con l'immagine di qualche monumento europeo che qualcuno, più furbo di loro, invece continua a stampare e falsificare impunemente e senza vergogna !
 
La rabbia invece seguiva subito dopo quando nei miei pensieri contrapponevo queste facce pulite con quelle sporche, avide, false dei sociopatici della poltica, dei banchieri falsari , dei burocrati, dei potenti dell'elite economico-finanziare

La rabbia cresceva nel pensare all'enorme ingiustizia ed impunità di un perverso sistema socio-economico dove un' elite ed i suoi accoliti controlla, sfrutta e distrugge letteralmente la vita della gran parte delle persone buone ed oneste!

Così mi sono guardato attorno e ho osservato attentamente tutte le facce presenti nella mia carrozza , erano tutte facce pulite, buone, oneste, erano la gran parte delle persone !

E la mia rabbia correva al pensiero che siamo tanti e molto, molto più numerosi dell'elite che ci governa, manipola e sfrutta e così non potevo fare a meno di pensare alle parole sul "Discorso sulla servitù volontaria" che Etienne de La Boètie scrisse nel 1549 !
… vorrei soltanto riuscire a comprendere come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e che non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi


2 commenti:

halnovemila ha detto...

Il fatto che molti siano assoggettati a pochi è molto semplice da spiegare... pochi violenti hanno sempre la meglio su molti pacifici.
Ovviamente anche lo Stato, o megli i rapprensentanti dello Stato, i suoi politici, parlamentari, ministri, governatori, amministratori, etc... hanno al loro servizio un gruppo di persone "violente per impiego"... si chiamano forze di polizia (compresa la guardia di finanza avviamente) e tutte insieme, quando irrompono nella proprietà privata, quando sequestrano i beni, e quando incarcerano le persone, costituiscono quel gruppo minoritario ma violento che ha la meglio sulla maggioranza pacifica.
E' sempre stato così e così sarà sempre.

E per quanto riguarda le causa della vita dura... beh, ce ne sono molte e quella relativa alla moneta non è forse la maggiore.
Io direi che la maggiore causa della vita "dura" è insita nella natura umana ed è "scritta" nella Genesi (3,17-19):
«Con dolore [dal suolo] ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!».

Si nasce e si hanno dei bisogni (mangiare, vestirsi, pulirsi, curarsi, ripararsi dalle intemperie e dal freddo, etc.) e sfortunatamente nessuno dei bisogni umani si soddisfa da sè, in natura, ma bisogna "lavorare", perchè nulla di quello che ci serve per mangiare, vestirsi, pulirsi, curarsi, proteggersi da freddo e intemperie, spostarsi, esiste in natura ma è tutto frutto del lavoro dell'uomo, magari di quello di un'altro uomo, ma qualcuno pure deve lavorare.
Ora, molto semplicemente, maggiore il numero di questi esseri "umani" nel mondo, e minori le possibilità di vederli tutti dotati senza molta fatica di tutto ciò che occorre a soddisfare i loro bisogni...
semmai è il contrario.
Saluti.
Alessio

Unknown ha detto...

Caro Alessio, sono in gran parte d'accordo con te, aggiungerei che l'uomo ha anche il potere di "creare" grazie alle idee, proprio come il suo Dio, lo chiamerei "spirito imprenditoriale" e grazie a questo segue il risparmio, il capitale e la produttività. Solo per questo motivo l'uomo ha potuto superare il concetto di Malthus del rapporto finito tra uomini e le risorse scarse del pianeta. Infatti il limite non è la demografia bensì la comprensione della libertà e della proprietà privata