Articolo apparso sulla Stampa di Torino
di Gianluca Paolucci
«Il buonsenso è una delle cose più rivoluzionarie che ci sia», dice Antonio Manno, cinquant’anni e la faccia di chi non si arrende mai. Nel corso degli ultimi venti anni Antonio è stato un giovane e brillante manager, una stella della new economy all’italiana, un disperato venditore di mozzarelle online senza una lira, un condannato per bancarotta e infine, completamente assolto, un imprenditore «di frontiera» in Cile che cerca la rivalsa per un torto subito.
Il buonsenso di Antonio gli dice che anche quando sembri non avere nessuna speranza puoi sempre inventarti qualcosa. E che lo stesso rivoluzionario buonsenso lo può avere anche qualcun’altro. Nel caso di Antonio, un giudice.
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di Gianluca Paolucci
«Il buonsenso è una delle cose più rivoluzionarie che ci sia», dice Antonio Manno, cinquant’anni e la faccia di chi non si arrende mai. Nel corso degli ultimi venti anni Antonio è stato un giovane e brillante manager, una stella della new economy all’italiana, un disperato venditore di mozzarelle online senza una lira, un condannato per bancarotta e infine, completamente assolto, un imprenditore «di frontiera» in Cile che cerca la rivalsa per un torto subito.
Il buonsenso di Antonio gli dice che anche quando sembri non avere nessuna speranza puoi sempre inventarti qualcosa. E che lo stesso rivoluzionario buonsenso lo può avere anche qualcun’altro. Nel caso di Antonio, un giudice.
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